whatsapp
download.svg
download.svg
download.svg

ELISA CONTI

ELISA CONTI

ELISA CONTI

Namayoga studio
Via Antonio Cechov, 48, 20151 Milano

 

Polo Milanese di Psicologia
Via Salutati, 5 Milano

 

+39 353 419 8475

 

info@elisacontipsicologa.it

 

P.IVA 11154070962

Namayoga studio
Via Antonio Cechov, 48, 20151 Milano

 

Polo Milanese di Psicologia
Via Salutati, 5 Milano

 

+39 353 419 8475

 

info@elisacontipsicologa.it

 

P.IVA 11154070962

cookie policy

privacy policy

L’ansia: buona consigliera o cattiva compagna?

2025-01-23 16:02

author

L’ansia: buona consigliera o cattiva compagna?

I disturbi legati all’ansia rientrano fra le condizioni più frequenti di disagio psicologico. Sono molte le persone che scelgono di iniziare un percor

combattere-ansia-elisa-conti-piscologa-milano.png

I disturbi legati all’ansia rientrano fra le condizioni più frequenti di disagio psicologico. Sono molte le persone che scelgono di iniziare un percorso di psicoterapia proprio a partire dalla manifestazione di stati ansiosi, che in alcuni casi possono diventare un ostacolo nella vita di tutti i giorni.  Se anche tu riscontri questo problema sei in buona compagnia: secondo alcune stime, 270 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di ansia.

 

Chiariamo subito un aspetto: l’ansia di per sé non è qualcosa di preoccupante e non è di certo una patologia. Al contrario, si tratta di uno stato emotivo naturale, fondamentale per la sopravvivenza dell’essere umano. Il problema nasce quando l’ansia prende il sopravvento e diventa incontrollabile.

 

Cerchiamo di capire insieme come e perché si può arrivare a questi estremi, e cosa si può fare per imparare a dominarla.

L’ansia, un campanello d’allarme per rispondere a situazioni di pericolo

Per dirlo con parole semplici, l’ansia è uno stato emotivo che l’essere umano sperimenta quando si trova di fronte a una situazione di pericolo imminente, reale o semplicemente percepito.

 

È un’emozione innata, radicata nella nostra parte più primitiva e ancestrale, che ha guidato l’essere umano nel corso della sua evoluzione: una sorta di campanello d’allarme che segnala la presenza di qualcosa che potrebbe mettere a rischio la nostra sopravvivenza.

 

Non dobbiamo pensare necessariamente a pericoli e minacce letali: le situazioni che possono scatenare l’ansia sono, oggi, molto diverse da quelle dei nostri antenati. Se un tempo il rischio di trovarsi a pochi metri da un animale feroce era un motivo ragionevole per stare in ansia, oggi è più facile che ci si senta agitati per un esame, per una esibizione in pubblico, per una situazione difficile a casa o anche per una notizia che non riguarda direttamente noi ma una persona cara.

 

Ma a che cosa serve l’ansia? Essa non solo mette in guardia il soggetto sulla pericolosità della situazione, ma predispone il corpo ad attivare una risposta adeguata.

 

Se passeggiando per strada incontriamo un cane che sembra scrutarci con aria minacciosa, l’attivazione del sistema nervoso autonomo stimolerà la produzione di adrenalina, che darà vita a una serie di reazioni fisiologiche in grado di preparare il nostro corpo a rispondere al pericolo: il sangue viene pompato più velocemente, la frequenza respiratoria aumenta e i riflessi sono più pronti.

 

In altre situazioni meno pericolose e sicuramente più frequenti per l’uomo di oggi, come ad esempio un colloquio di lavoro, una difficoltà di coppia o l’attesa di un referto medico, l’ansia ci aiuta a mantenere un livello di concentrazione adatto ad affrontare l’evento.

 

In tutti questi casi possiamo parlare di “ansia buona”, ovvero qualcosa di fisiologico che viene gestito dal soggetto in maniera tale da non impedire il compimento del suo obiettivo. 

L’ansia cattiva: come riconoscerla

In alcuni casi, quella che nasce come una naturale risposta psicofisica nei confronti di una situazione di pericolo, diventa un vero e proprio disturbo invalidante. In questo caso si verifica una discrepanza tra la situazione pericolosa per come è percepita dal soggetto e la sua reale portata. In altri termini, il nostro corpo risponde ad una situazione innocua o solo moderatamente pericolosa, come se si trattasse di una catastrofe.

 

Ecco che allora anche di fronte a eventi impegnativi, ma non vitali, si rimane paralizzati come se ci fosse un animale feroce pronto a sbranarci. La tensione, l’irrequietezza e la preoccupazione che accompagnano gli stati ansiosi prendono il sopravvento e si diventa inermi, travolti dalle reazioni fisiologiche che autoalimentano il circolo dell’ansia.

 

Spesso lo stato emotivo viene somatizzato, riflettendosi sul corpo: crampi allo stomaco, sudorazione eccessiva, respiro corto, tachicardia, tremori. Tutte le manifestazioni dell’ansia vengono percepite dal soggetto con la consapevolezza che si ha sempre meno controllo sulla situazione, consapevolezza che a sua volta accresce ulteriormente la sensazione di pericolo.

 

Quando il disturbo d’ansia diventa generalizzato, inoltre, non solo vi è una risposta esagerata ad una situazione, ma si vive in uno stato perenne di allerta e pericolo, con manifestazioni psicosomatiche croniche che possono compromettere seriamente il benessere, le relazioni sociali e la qualità della vita in generale.

Combattere l’ansia: il ruolo fondamentale del supporto psicologico

Per quanto il quadro descritto sia abbastanza frequente, non tutte le persone riescono a capire quando è il caso di chiedere un supporto psicologico. La psicoterapia, infatti, è uno strumento prezioso per imparare a gestire l’ansia.

 

Il confronto con il terapeuta permette innanzitutto di inquadrare e classificare il disturbo d’ansia, che può essere di vario tipo: ansia da prestazione, ansia sociale, fobia specifica (per esempio quella scatenata dalla paura di prendere l’aereo). La psicoterapia consente inoltre di risalire alle cause (che non sono sempre immediate ed esplicite) e di mettere in atto le strategie più opportune per controllare le reazioni ed evitare la perdita del controllo.

 

Insieme al terapeuta è possibile intraprendere un percorso di consapevolezza e analisi che porta alla risoluzione del disturbo ansioso, spesso senza la necessità di ricorrere a un supporto farmacologico, ma ristabilendo un rapporto funzionale con la propria emotività.


Sono Elisa Conti, psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicosomatico e terapeuta EMDR. Se hai bisogno di un supporto per superare le tue difficoltà nelle relazioni interpersonali puoi contattarmi tramite il modulo che trovi su questa pagina.

© 2022-24 - Elisa Conti - P.IVA 11154070962 - tutti i diritti riservati

Realizzato da millemila